venerdì, aprile 13

Treasure chest



10.04.2027


La brandina cigola sotto il sedere, le gambe incrociate accolgono una vecchia scatola di latta, di quelle in cui il padre teneva gli attrezzi per arrangiare la moto, sbeccata, arrugginita ma ancora buona. All'interno, sopra una pila di foto consumate, appoggia il libro in cui ha pressato i fiori che Jenny le ha regalato, perchè non è riuscita a rinunciare, a vederli sfiorire e perdere petali, bellezza, freschezza. Sua madre lo faceva sempre, ogni fiore regalato veniva attentamente trattato, ci voleva pazienza, calma. Ce l'ha messa tutta per mantenerli belli nonostante i colori si siano scuriti, le sfumature miste si siano inevitabilmente corrotte, restano vividi nella memoria di un bel gesto che non è passato inosservato, nemmeno per sbaglio. Sul libro appoggia la cartolina arrivata il giorno dopo San Patrizio, senza niente scritto, solo l'indirizzo di casa e un leprecauno sbronzo con una battuta di spirito che le ricorda dolorosamente come sia ancora aperta una ferita il cui pulsare si fa meno intenso a mano a mano che la sua resistenza aumenta. Il dubbio che possa essere stato suo fratello a mandargliela per il suo compleanno - considerate le candeline infilate nel culo del soggetto ritratto - le solletica la nuca come un fastidio da cui non riesce a liberarsi, ma finisce accantonata e messa da parte assieme alle cose belle, le foto da bambini, tra i ricordi buoni. Come quel biglietto che rigira tra le dita e che odora ancora di waffles. Non è triste, nemmeno amareggiata. Le ci sono volute almeno una decina di riletture per rendersi conto del fatto che Andre se ne fosse andato e non può nemmeno rinfacciarglielo. In fondo gli vuole bene, e come ogni persona a cui ha davvero voluto bene, quando se ne vanno lo accetta, abbassa la testa, abbozza e incassa, perchè lei se n'è andata tante volte pensando di fare la cosa giusta per gli altri o per sè stessa. Se si incazzasse sarebbe ipocrita e almeno questo glielo deve. Così mette quel biglietto nella scatola assieme ad un sottobicchiere consumato rubato al Two Heads. Certo la colazione aveva un sapore un po' amaro stamattina nonostante tutto, ma passerà come passa ogni cosa.

Si allunga, prende una bottiglia di whiskey e si versa due dita, spaziando sulla stanza silenziosa attorno a sè. Nessuno sa che sotto la sua clinica ha un posto segreto e protetto, ed è proprio lì che porterà il regalo tardivo di compleanno che le ha promesso Legion. La suit resterà chiusa in un armadio, perchè deve essere al sicuro e protetta per poter proteggere quelli che ama.

Lì sotto terra c'è un mondo di cose taciute, alcune le rimpiange un po'. Rendersi conto che Andre si è incamminato lontano da dove lei può vederlo le riporta alla mente tutto quello che avrebbe voluto confidargli, perchè è così che si fa in una famiglia: niente cazzate, niente bugie.

Avrebbe voluto dirgli che è stata fortunata con i fratelli, perchè per quanto se ne vadano sempre lontani e spariscano, non può recriminare sul fatto di essere stata amata. Avrebbe scelto lui su tutti per confessare che sì, ha paura, e sì, sa perfettamente che le cose come le fa lei sono pericolose. Che sì, le manca suo figlio più di qualsiasi altra cosa ma che sa che è felice, ora forse un po' meno che suo padre è in missione in Medioriente ma è abbastanza piccolo da passare anche questa, indenne. Che ogni tanto, quando rientra a casa ed è vuota e silenziosa, la voglia di piangere è più della voglia di bere. Che lei non è tagliata per salvare il mondo ma cazzo qualcuno ci deve pur provare no? E' solo un passo, un tentativo. Che lo sa, che a furia di tendere la mano e accogliere la gente prima o poi la pugnaleranno alle spalle, è già successo, ha un paio di cicatrici sulla schiena proprio per quello. Per ricordare che un coltello nella manica è sempre dietro l'angolo ma se dovesse preoccuparsi ogni volta di quello che non vede, vivrebbe nella paura e no, non ci sta a viverci. Che ogni sbaglio che ha compiuto in vita propria ha sempre portato a cose buone, nel bene e nel male, e che non smetterà di fare sbagli. Avrebbe voluto rivedere il campionato nuovo con lui, in un pub nella South, a bestemmiare dietro l'arbitro o gli avversari, a scolarsi le pinte come se non ci fosse un domani sapendo che poi entrambi sarebbero dovuti tornare ai rispettivi lavori, quali che fossero. E, sopra ogni cosa, avrebbe voluto sapere cosa lo rendeva triste nelle sere da solo, cosa quel gene lo aveva reso capace di diventare, a parte il rimanere sempre il suo little brò.

Sorseggia dal bicchiere, scivola sulla lingua come velluto, caldo. Infiamma la gola e la porta a stendersi, chiudere gli occhi e lasciar andare le lacrime, perchè sì. Perchè lì sotto può farlo. Piangere, strepitare, urlare. Nessuno lo saprà mai. Andre di certo non lo saprà quanto le mancherà. Respira, le dita corrono lungo la gola scoperta, chiudendosi in una presa salda che le scarica un brivido irrequieto, con un'immagine vivida che emerge, prepotente. Drizza la schiena di scatto, allontanando la bottiglia per sommergersi nel piumone e restare al buio per un po', ad allontanare un viso che si allaccia tra altri, intruso consapevole.

Una volta che il cuscino si è bevuto tutte le lacrime ritorna semplicemente allo stato iniziale, quello a cui si è adeguata da quando ha iniziato a perdere pezzi di cuore appresso a quelli che ha amato. Va bene così, alla fine, perchè ha imparato presto che la vita ti concede poco tempo, un giro di clessidra al massimo e di quel tempo devi prendere tutto il possibile: amare intensamente ogni secondo, ogni faccia che passa e se ne va, ogni scontro e ogni incontro. Non importa quanto male possa fare un addio, almeno quella scatola è piena. Piena di vita vissuta e non sprecata, piena di ricordi e meno di rimpianti, piena di persone che si portano via un pezzo di lei, senza però lasciarla abbattuta o indebolita: si è costretti a diventare più forti per non farsi sfaldare come polvere nel vento. E poi, presto o tardi, sa che li reincontrerà, in questo mondo o nell'altro.



Sometimes I get tired of waking up on my own,
And sometimes I feel like I want to go home,
But the cars they keep on driving,
Down a road that doesn’t seem to end.

So we’re following arrows and the flight of the crow,
Living wide screen but what good is it though,
When life gets narrower the further you go,
Suns set before they rise.

It’s there in the shadows where nobody goes,
It’s there in the dark but what good is it though,
It’s a vanishing point on a shimmering road,
And there when I close my eyes.

Sometimes its hard to know the way to go,
When the waters rise around you,
And the fire rages down below.

So we’re following arrows and the flight of the crow,
Living wide screen but what good is it though,
When life gets narrower the further you go,
Suns set before they rise.

It’s there in the shadows where nobody goes,
It’s there in the dark but what good is it though,
It’s a vanishing point on a shimmering road,
And there when I close my eyes.

oh oh oh oh oh
oh oh oh oh oh

Cos we’re bullets and we’re fired from shotguns flying through birthdays and new years,
Yeah we’re rolling stones but the moss keeps growing round our hearts and our eyes and our ears,
Cos we’re bullets and we’re fired from shotguns flying through birthdays and new years,
Yeah we’re rolling stones but the moss keeps growing round our hearts and our eyes and our ears.

So we’re following arrows and the flight of the crow,
Living wide screen but what good is it though,
When life gets narrower the further you go,
Suns set before they rise.

It’s there in the shadows where nobody goes,
It’s there in the dark but what good is it though,
It’s a vanishing point on a shimmering road,
And there when I close my eyes,
There when I close my eyes,
Only there when I close my eyes.