martedì, settembre 25

Are we too late

25 Giugno

- Papà quando torni?
- Presto amore...

La figura l'immagine sul cellulare va un po' a scatti, probabilmente a causa della distanza e del suo cellulare vecchio e poco sofisticato. Osserva da una posizione defilata il figlio accoccolato sul divano che regge con ambo le mani piccole lo schermo e ha gli occhi brillanti di aspettativa, ignorando invece quello che c'è sullo schermo, ma non la voce che gratta metallica.

- Passami la mamma, Liam.
- Yep! Mamy!

Si allunga, recupera il cellulare e schiaffa un sorrisetto imbarazzato in faccia al proprio ex, illuminato dal bagliore artificiale dello schermo del pc.

- Hei
- Hei
- Volevo ringraziarti, non era necessario che tu...
- Lo era, Cian, lasciamo perdere i convenevoli. Liam aveva bisogno, e sono venuta, it's as simple as that. Quando pensi di rientrare?
- Dovremmo essere a casa per il quattro luglio.
- Ne sei sicuro? Non prometterglielo se no-
- QUATTRO LUGLIO YEEEEE Andiamo sul lago a sparare i fuochi Daddy?!?  

Lei ruota lo sguardo verso il soffitto, fintamente esasperata e redarguisce il piccolo riguardo il non origliare le conversazioni degli adulti, beccandosi in risposta la lineare rimbeccata che se non vogliono essere ascoltati dovrebbero andare dove non si possono sentire.

- Cercherò di tornare in tempo, stiamo finendo di smantellare la base, la lasceremo con l'ultimo convoglio io e la zia, così, se nonno sta bene prendiamo la barca e usciamo a sparare i fuochi, va bene?

Lo vede anche lei, la testolina biondiccia che si fa i conti e cerca di valutare se sia una proposta accettabile e alla fine se ne esce con un annuire convinto e deciso, nonostante le tante variabili inclusa anche la salute del nonno che proprio benissimo non sta.

- Dai amore, ora saluta papà che deve tornare a lavorare e mi raccomando, tieni d'occhio la mamma che nessuno se la rubi mentre non ci sono.
- Signorsì tenente!
- Che stupidi.
- Ciao Cori
- Ciao Cian, fai attenzione.
- Will do. See you soon.

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2 Luglio

Sta prendendo un caffè alla macchinetta dell'ospedale, mentre l'ex cognata, assieme a Liam, intrattengono il suo ex suocero ricoverato per problemi cardiaci, in fondo l'età e il fumo hanno avuto la meglio sul fisico temprato dell'ex marine. Ha dormito poco e male e non sa perchè. Ha chiamato casa, tutto prosegue regolarmente, non ci sono problemi di sorta salvo i classici casini con la Nebbia Viola di cui ormai ha perso anche il filo. A Chicago di Philadelphia se ne fregano e il suo rapporto con la tecnologia non è migliorato di certo. Poi accade tutto di fretta, la corsa dei medici la fa voltare di scatto. Li fissa intensamente pregando che non svoltino a destra ma quando lo fanno scatta. Il caffè vola a terra e lei se ne frega, si lancia in direzione della stanza del suocero per vedere Liam in lacrime e il defibrillatore che viene caricato. Sgrana gli occhi sulle facce cupe di tutti i presenti e nella propria testa inizia a rivedere ogni dettaglio. Come ha fatto a non prevederlo? Sembrava abbastanza stabile, non sarebbe dovuto accadere i parametri, le medicazioni, era tutto regolare. Il figlio le si butta tra le braccia e lei stenta a capire, qualcosa non quadra. Shannon è una donna solida, difficilmente l'ha vista crollare e non lo aveva fatto la prima volta che suo padre aveva avuto un infarto. Poi con la coda dell'occhio nota una divisa in un angolo, volta la testa, la cartelletta tra le dita l'ha vista un sacco di volte. Scivola di nuovo con gli occhi alle mani della cognata e della suocera, in entrambe un foglio che le getta addosso illuminazione e sgomento allo stesso tempo. Trattiene la testa bionda contro il cuore, sente i pianti farsi via via più ovattati mentre arretra verso la parete nemmeno sperasse che si apra per ingoiarla e non farle realizzare nulla. 

Il telegramma parla chiaro. Il Tenente Holden è rimasto ferito mortalmente in un attacco al convoglio mentre rientravano. E con lui anche Kate. E' stato come un domino. La notizia ha infranto il cuore di suo padre che non ha più retto e non c'è stato più nulla da fare. 

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17 Luglio

Due settimane, tre funerali. Tutti e tre militari. Ad ognuno lo stesso vestito nero. Ad ognuno la stessa sfilza di condoglianze, più per il bambino che per lei. Ad ogni giorno passato le litigate si fanno più acri, feroci. Liam si è chiuso in un silenzio contratto, lo sente piangere nella sua stanzetta ma quando entra per controllare finge di stare dormendo e lei non sa che fare se non lottare perchè non glielo portino via. A Philadelphia sta succedendo di tutto e l'urgenza di tornare a vedere come stanno gli altri le batte contro le costole al ritmo dei capricci di Liam. Non ne vuole sapere di andare con lei e non ne vogliono sapere nemmeno la zia e la nonna. 

- Adesso improvvisamente diventa tuo figlio?
- Lo è sempre stato, non iniziare.
- Cristo Cori se non ti conoscessi penserei che lo fai solo per i sold di Cian.

Lì non ci ha visto più. Il pugno le è partito sordo, il crack che ha provocato le ha fatto gelare il sangue. Una notte in galera per "assault" almeno fino a che non si sono calmate entrambe e la cognata ha ritirato la denuncia di lesioni, ma di scuse non se n'è vista l'ombra. Quantomeno le ha rimesso a posto il setto prima di venire arrestata. Con la puzza di orinatoio addosso rientra a casa per venire placcata da una testa bionda che le lacrima addosso tutta la frustrazione e la paura di aver perso anche l'ultimo genitore che gli è rimasto, strizzandole il cuore in pugno senza pietà. 

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23 Luglio

- Aaron che cazzo sta succedendo lì?

La chiamata all'unico avvocato di cui possa fidarsi arriva puntuale quando inizia la disputa quella vera per chi sia ritenuto più idoneo a prendersi cura del piccoletto, ma poi devia per toccare le questioni di Philadelphia in maniera più approfondita di quanto gli allarmi del POTUS e l'allerta meteo possano fare. Fuori escono notizie ma non sono mai le stesse di chi lì ci vive, e lì si sta male, ogni giorno che passa, sempre più caldo, sempre meno cibo e l'esercito che fa la guardia ai confini come se fosse un lebbrosario. Ha consumato il pavimento della cucina a furia di discutere con l'avvocato, e alla fine è stremata, talmente tanto da sentire il bisogno viscerale di scappare via da tutto e tutti. La situazione sembra precipitata in maniera inverosimile in poche misere settimane e non vede la luce alla fine del tunnel, nemmeno a sforzarsi. Le raccomandazioni che le arrivano dall'amico al telefono le ingoia amaramente. Aspettando l'udienza finale la custodia comunque resterà a lei, le viene detto, ma saranno feroci, e saranno spietati. Rinfacceranno ogni giorno in cui lei non c'è stata e ha scelto di non essere una buona madre e deve essere preparata. Il nervosismo sale ma si sforza in ogni modo di non riversarlo su Aaron che non c'entra nulla ed è anzi una delle poche speranze che le rimangono.
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- Fuck it! Liam, fai le valige, andiamo in quel bel posto della cartolina.

Forse un errore, forse no. Carica il figlio, le valige, il cane e si mettono in viaggio per raggiungere Andre.