venerdì, dicembre 29

Non solo parole

Primavera 2020

China sui libri a stento tiene la testa sollevata. La musica nelle orecchie dovrebbe essere di aiuto nel tentativo di restare sveglia ma fallisce clamorosamente il proprio scopo. Ripassare il ripassabile prima di scendere al pub a dare una mano è d'uopo, il tempo è agli sgoccioli, ormai le manca davvero poco per finire il ciclo di studi, solo un passo e la determinazione non vacilla nonostante tutto. 

Non sente la porta che si apre, così come non si rende conto della presenza che le incombe alle spalle e le pianta le dita tra le costole nel grossolano tentativo di farla saltare sulla sedia come un gatto. Grossolano perchè fa un male cane, con quelle dita d'acciaio, grossolano perchè salta sì, ma batte le ginocchia sotto la scrivania che sussulta e rovescia la tazza di caffè semifreddo sugli appunti e rischia di macchiare anche il libro su cui sta spendendo ore da settimane. 

- What the hell!
- Mother of god you are nervous.
- Fuck you Mark, are you trying to give me a heart attack?

Dolorante, salva il libro sollevandolo con entrambe le mani e fa girare uno sguardo di puro odio a caccia del fratello maggiore, saggiamente dileguatosi.

- Coglione.
- I love you too!
- ALMENO AIUTAMI!

L'abbaiare tra i due reclama l'attenzione di Nan che si affaccia implacabile, stoccando occhiate bieche a destra e sinistra. Le basta la sola presenza per placare qualsiasi rivalsa o lotta, ha sempre sedato gli scontri tra fratelli solo proiettando la propria ombra su entrambi. Il rotolo di scottex le viene lanciato in testa, il male minore. Si massaggia le costole mentre stende i fogli ad asciugare e prende il phon, spargendo odore di caffè in giro per la stanza. I borbottii persistono, ma fino a che non iniziano a volare oggetti contundenti la nonna resta ritratta nel suo anfratto stile murena pronta ad attaccare.

Mark ha un sorriso che gli schiaffi te li tira fuori di mano, sbruffone di natura, grezzo, la vita l'edulcora con battute di pessimo gusto e scherzi cretini. E' sempre stato così ed ha sempre creato conflitti insormontabili dove lei invece cerca semplicemente di riempire le scarpe troppo larghe di Nan. Quando però sa di aver fatto i danni striscia, mettendo il muso da cucciolo, che le appoggia sulla spalla sinistra, cercando di piantarle un bacio e cingerla mentre lei se lo scrolla debolmente di dosso con mugugni sempre più infastiditi. 

- I got you a present.
- A new brother?

Le ride contro la nuca, scrollando la testa e le braccia forti le si chiudono sulla vita troppo stretta. E' sempre stata ossa sporgenti e poca carne, troppo studio, troppo lavoro, spostarsi a piedi per tutta la città o con i mezzi, le corse, le poche ore di sonno l'hanno fatta crescere più simile ad un chiodo. Tosta in determinazione, di testa e di spirito. Si appoggia, sbuffando. Abbandona le dita lunghe sugli avambracci tatuati altrui, seguendo la linea di una cicatrice che le fa aggrottare la fronte. Ricorda il giorno in cui è tornato a casa sanguinante, Nan non c'era, ed è toccato a lei ricucirlo mezzo sbronzo dopo l'ennesima rissa con gli amici. 

- Quindi?
- Cosa?
- Il mio regalo?
- Ah già... è sul tuo letto.
- Sei andato in camera mia?!?
- Oh stop fussing!

Mark non ha memoria per gli anniversari, men che meno per i compleanni. Se li scorda ma non con cattiveria, ha solo altre cose a cui pensare, altre chimere da inseguire e gli anni passano troppo in fretta perchè possa prestarci così tanta attenzione. La dedica la coglie completamente in fallo. Non solo il regalo in sè - Dubliners di Joyce, copertina rigida e dall'odore buono di usato - ma il fatto che si sia ricordato con solo una settimana di ritardo del suo compleanno, di norma messo in secondo piano rispetto a festeggiare St. Patrick. 

"To my little sister, 
remember: for as far as you want to run, you can't escape reality.
You'll learn to stand your ground and fight for what you really believe in. 
Happy 25th Birthday Cori, 
love you, 
Mark"


Mark Lorcan Ashby