giovedì, maggio 17

Toxic


- Mama torna a Philly, non ha senso che resti lì.
- Baby girl, non posso. Tuo padre ha bisogno di me.
- He's no good, ti lascerà sola di nuovo ad aspettare che esca.
- Piccola, un giorno forse capirai cosa significa... for now trust your mama, sarebbe peggio se lo lasciassi.


La mamma aveva ragione. Ci sono uomini capaci di strapparti il cuore di petto per tenerselo stretto perchè è l'unica maniera che conoscono di dimostrare un'emozione, calore, necessità; e poi quando inciampano se lo fanno cadere di mano frantumandolo in mille pezzi. E ogni volta si chinano, raccolgono scheggia dopo scheggia e diligentemente lo ricompongono. Ogni. Maledetta. Volta. 




Sai che è tossico. Ogni fibra di te sa che è una strada senza uscita, maledetta, dannata. Eppure... batte troppo forte. Fa male di un male a cui non riesci a resistere. Gli bastano due, tre parole, il suo bisogno diventa il tuo e il resto va a farsi fottere. Più forte di una sbronza, ti stordisce e ti stravolge. La botta di calore annebbia il resto e non importa quanto tempo sia passato, quanto tardi abbia fatto a tornare, è tutto perdonato.






Baby, can't you see
I'm calling
A guy like you should wear a warning
It's dangerous
I'm falling
There's no escape
I can't wait
I need a hit
Baby, give me it
You're dangerous
I'm loving it
Too high
Can't come down
Losin' my head
Spinnin' 'round and 'round
Do you feel me now?
Oh,
The taste of your lips
I'm on a ride
You're toxic I'm slippin' under
With a taste of a poison paradise
I'm addicted to you
Don't you know that you're toxic?
And I love what you do
Don't you know that you're toxic?
It's getting late
To give you up
I took a sip
From my devil's cup
Slowly, it's taking over me
Too high
Can't come down
It's in the air and it's all around
Can you feel me now?
Oh,
Taste of your lips
I'm on a ride
You're toxic I'm slippin' under
With the taste of a poison paradise
I'm addicted to you
Don't you know that you're toxic?
And I love what you do
Don't you know that you're toxic?
Don't you know that you're toxic?
Taste of your lips
I'm on a ride
You're toxic I'm slippin' under
With a taste of a poison paradise
I'm addicted to you
Don't you know that you're toxic?
With the taste of your lips
I'm on a ride
You're toxic I'm slippin' under
With a taste of the poison paradise
I'm addicted to you
Don't you know that you're toxic?
Intoxicate me now
With your lovin' now
I think I'm ready now
I think I'm ready now
Intoxicate me now
With your lovin' now
I think I'm ready now


mercoledì, maggio 16

Promettere

15.05.2027
In silenzio osserva la moto di Niall allontanarsi lungo la Ghost Road dopo che l’ha riportata alla clinica. E’ solo quando non percepisce più il rombo del motore come un ronzio nelle orecchie in lontananza che svuota i polmoni di un sospiro profondo, strisciando oltre la porta d’ingresso del Basement per andare ad infilarsi sotto terra. Chiude la pesante porta dietro di sè, taglia fuori il resto del mondo mentre un ronzio sinistro annuncia l’accensione dei sistemi di sopravvivenza di quel piccolo bunker nel Desert Side che ha eletto a nido, tana, a volte anche sarcofago. A Neit ci pensa Julia, i danni subiti nello scontro con Nuke non sono che un lontano ricordo, anche sulla sua pelle e lo deve solo a Dr. Exodus. Non è stato poi tanto male farsi strigliare a dovere, in fondo le manifestazioni di affetto, anche se sotto forma di tirate d’orecchi, lasciano un minimo di calore in più dietro lo sterno. Trascina una tazza dal tavolo d’acciaio e si scansa fino alla branda, l’aroma di caffè riempie l’aria stantia con una traccia più gradevole e resta in silenzio ad ascoltare il suono dei suoi stessi pensieri. 

E' stata una serata strana. Le premesse erano un "dobbiamo parlare" che non è mai qualcosa di buono, dove in realtà non c'era nemmeno nulla di male. La birra è sempre un ottimo pacificatore, ma più di tutto lo è il percepire sotto pelle la forza di un legame che è profondo e viscerale. Non a caso lo ha guidato fino allo spiazzo sul fiume, non a caso ha scelto quello scorcio, quell'angolo condiviso fino ad ora solo con una persona. Il suo posto, quello dove avrebbe voluto portarci Andre un giorno per parlare, e dove invece è finita per affrontare una questione ben più spigolosa con Niall. Non è giunta a sorpresa il fatto che la maschera di Neit sia stata inserita tra i ricercati, tutt'altro. E' già molto il fatto di non essersi trovata la Force a bussare sotto casa con le manette e un mandato d'arresto, una volta tanto. Non se la sarebbe presa comunque, i compromessi esistono, fanno parte del gioco e a volte si è costretti ad agire in determinate maniere pur di mantenere la rotta lungo la via che si crede essere giusta. Non gli avrebbe mai fatto una colpa se l'avesse denunciata, ma non lo ha fatto. L'ha protetta, come molti altri cercano di fare costantemente, come Exodus, come Legion, come Minoko, come If, come Galen, o Victor, o Andre. Ognuno con una maschera o senza, poco importa. Non è la maschera che fa la differenza è chi ci sta dietro, le ragioni che spingono a muoversi, a scegliere quali battaglie imbracciare e quali persone trascinare dietro la barricata. 
Quando le ha chiesto di smettere ha riso. Ha appena cominciato, dannazione, non può tirarsi indietro, non ora. Ora che sa di poter fare quel 'di più' che le era sempre stato precluso, ora che ha ottenuto la spinta, il primo movimento che mette in moto la macchina non può tirarsi indietro, tornare alla vita di sempre sapendo che c'è un modo per prevenire quello che invece fino ad ora era stata costretta a curare, non importa il prezzo. Sapere che lui si trova dall'altro lato della barricata non è nulla di piacevole, però è un punto di vista su cui fare affidamento, per trovare il giusto compromesso. 

I will prevent disease whenever I can, for prevention is preferable to cure.

Questo ha giurato il giorno in cui è diventato un chirurgo. Ed è la ragione dietro ogni scelta fino ad ora. Il motivo per cui non ha rifiutato la proposta di Julia di avere una tuta che potesse fornirle quella protezione che le mancava. Il motivo per cui ha scelto di farsi allenare, di imparare e ha lottato e ha sudato per arrivare ad assorbire le tecniche che Niall le ha trasmesso. Non può tirarsi indietro, non importa quale sia il rischio a cui va incontro. E per quanto le ricordino che il Basement va avanti in funzione di lei non può smettere di pensare che non deve e non può essere così.

I will respect the hard-won scientific gains of those physicians in whose steps I walk, and gladly share such knowledge as is mine with those who are to follow.

Ad Effie ha cercato di passare quello che sapeva, di condividere e non trattenere. L'ufficio al Basement è pieno di libri di medicina, consulti, compendi, opinioni anche discordanti perchè la scienza progredisce anche mettendo in dubbio il lavoro altrui, pur rispettandolo costantemente. E sul giornale, un trafiletto minuscolo in un angolo buio, dove la cronaca diventa l'unico punto di interesse per persone che non vedono altro che malessere attorno e devianza sociale, lei è lì. 18 anni, praticamente la sua intera vita in una macchina che non concede redenzione. 18 anni di rabbia contenuta in un corpicino dall'apparenza fragile. Eppure, nel rendersi conto che quel musino è finito in galera non prova delusione, nè risentimento. Le accuse non sono diverse da quelle che avrebbe ottenuto lei in condizioni simili, immagina. Il caratterino tenace, la lingua lunga, la propaganda e la forza d'animo, la determinazione e la collera che l'animano non sono prodotti di una società funzionante, ma di un sistema rotto, spezzato dall'ignoranza e dalla crudeltà. Iphigenia Clark è la reazione naturale del mondo a tutto quello che di ingiusto è scaturito da una guerra che ha visto sofferenza sotto ogni bandiera, colore e genere. Ha promesso di darle tutto quello che aveva, e non sa nemmeno se sia riuscita a farlo.

I will respect the privacy of my patients, for their problems are not disclosed to me that the world may know.

I segreti che ha raccolto, volente o nolente, continua a tenerli per sè fino a che non sarà costretta a fare una scelta. Julia e Legion. La taglia sulla sua testa, le minacce da parte di una maschera oscena che viene definito il capo del Sindacato. Da quando Darius non è più in circolazione si è posta molte volte il dubbio riguardo chi si sia accaparrato la sua poltrona. Ha allentato la presa, si è presa i suoi spazi e su quel numero non ha più ricevuto richieste, e da una parte è un bene. Fintanto che non sapeva poteva anche chiudere entrambi gli occhi, ma le cose hanno iniziato a diventare pubbliche, le facce che conosceva iniziavano a venire associate a crimini e non il genere per cui sarebbe riuscita a tacere ancora a lungo, motivo per cui non può che ringraziare ogni secondo se quel ramo è finito per seccarsi e cascare da solo. Però... Genesis e Legion non si toccano, così come non si toccano Clem e Julia sotto i loro gusci metallici. Lei sa che il segreto lo serva con assoluta cura. Sa che non c'è modo di riuscire a cavarglielo dalla testa, nemmeno con i poteri di cui alcuni sono disposti. Però il fatto che si sia insinuato un sospetto non lo digerisce. Non da parte di Julia, che continua a fidarsi nella stessa misura in cui lei fa altrettanto, ma è lo stesso: chi tradisce tuo fratello tradisce te. Egualmente tiene al sicuro il segreto di Niall, per quanto lo schiaffo di vederlo sotto il casco rosso ancora lo senta pulsare nel profondo, la consapevolezza che dietro una maschera di Patriot potrebbe esserci qualcuno a cui tiene la rende determinata più che mai ad evitare lo scontro con chi, di fatto, fa solo il proprio mestiere. Galen e Victor sono facce di una medaglia che ha scelto di chiudere in un cassetto. Gli incidenti alla manifestazione, la rapida escalation di violenza è qualcosa che ancora fatica a digerire nella maniera più assoluta però... non riesce e non può giudicare, se lei per prima non è priva di peccato. Non sarà la sua mano a scagliare alcuna pietra, mai, non importa quante ne vorranno lanciare a lei.

Most especially must I tread with care in matters of life and death. If it is given me to save a life, all thanks. But it may also be within my power to take a life; this awesome responsibility must be faced with great humbleness and awareness of my own frailty. Above all, I must not play at God.
Non approva. Gli impiccati lungo la via, le manifestazioni di violenza, l'assenza di pietà. Non è qualcosa che la vedrà mai schierarsi a favore. Non all'abuso, non al soppruso. Lo capisce, i compromessi, come ha detto Exodus devono essere fatti, scendere a patti con azioni discutibili pur di preservare la vita e la dignità, ma il confine è labile, a volte troppo. E quando Niall le ha chiesto di non diventare come loro non ha esitato a prometterlo. Perchè non deve e non può giocare a fare Dio con le vite degli altri. Come medico ha potere di vita e di morte, la vita di alcuni è nelle sue mani più di altri, ma restare con i piedi ancorati a questa promessa è il primo passo per non farsi contaminare da tutto quel che di orrendo c'è attorno a loro, restare umani, restare persone. Colpire per disarmare, neutralizzare e non uccidere. Meglio incassare un colpo in più che dover spezzare una vita, non importa quanto lurida o corrotta. La redenzione non è un impossibile. Improbabile in alcuni casi, ma non impossibile. E forse è per questo che continua a sperare, stupidamente, che Lui torni, che cambi idea, che riesca a vedere quello che vede lei. Nonostante la sentenza ad altri 20 anni, nonostante il destino abbia voluto impedirle di arrivare in orario al turno visite alla prigione e vedere la sua faccia contrarsi nella rabbia e nel risentimento - tanto per cambiare. Per sentirlo inveirle addosso perchè si espone troppo, perchè rischia troppo per lui. Mentre lui può mettersi a fare la guerra a Hammerhead e compagnia solo per difendere lei e Clem. Per la sua salute, per la sua vita che ha promesso di cercare di salvare. Il compromesso sta comunque nel tentare di salvare anche la sua anima, per chi ci crede. 

I will remember that I remain a member of society, with special obligations to all my fellow human beings, those sound of mind and body as well as the infirm.

If I do not violate this oath, may I enjoy life and art, respected while I live and remembered with affection thereafter. May I always act so as to preserve the finest traditions of my calling and may I long experience the joy of healing those who seek my help.


venerdì, maggio 11

L'Ombra

11.05.2027

Quando rimette piede al sicuro nel proprio covo fuori l'alba ha cominciato a scaldare i resti del Desert Side. Svestirsi dei panni di Neit inizia a diventare come uscire da una seconda pelle, una muta che ogni giorno ti stacca qualcosa di vecchio. In questo caso però è qualcosa di vecchio che è tornato prepotentemente a bussare contro lo sterno per venire fuori. L'incontro con Siren nella serata è stato il giusto epilogo di una giornata di menzogne. Prima Exodus, poi lei. Entrambi, come per Aletheia, visi conosciuti con cui è difficile costruire il personaggio, nascondere la reale natura dietro la maschera. Fortunatamente essere cresciuta con Mark e i suoi compari l'ha aiutata ad assimilare i modi spacconi degli attaccabrighe, riuscendo in qualche modo a delineare una personalità che non sia la propria, provocatoria, saccente - quello lo è anche lei a volte - manesca ma non senza una giusta motivazione. Se l'incontro con il Dottore, misticismo e occultismo a parte, è stato un sollievo sottile, quello con la Sirena ha lasciato una pulsante sensazione di malinconia al centro del petto. Aveva dimenticato che si sono conosciute solo per merito di Andre, e sentirlo uscire dalla sua bocca, quel nome, è stato come uno scoppio di pistola nel buio. Ancora non si era resa conto di quanto effettivamente bruciasse la distanza, così abituata a fingere e incassare, ad ingoiare e accantonare il dolore da non accorgersi di come, giorno dopo giorno, la mancanza di quel sorriso, di una spalla fraterna avesse scavato un solco profondo. 


Le spalle indolenzite le massaggia lentamente. Abituarsi a girare nella suit è qualcosa che inizia a fare senza lamentarsi, nonostante un'intera giornata con quella cosa addosso non sia come passeggiare in pantaloncini e maglietta, ma si fa quello che deve essere fatto. Non ha la forza di trascinarsi fino al South Side di nuovo, motivo per cui si infila una maglietta e se ne resta sulla brandina, richiuso Neit in un armadio, a giocare con i pezzi di ricordi raccolti nella sua scatola. Con la sigaretta tra le labbra e due dita di whisky in un bicchiere si chiede cosa penserebbe mai Andre di Neit. Ne sarebbe orgoglioso? Preoccupato? Scivola stesa sul lettino a fissare il soffitto, interrogandosi su come possa stare, se è davvero felice come lei spera che sia. E' così per tutti quelli che se ne vanno o che lascia indietro, la consolazione che almeno ne è valsa la pena perchè c'è qualcosa di meglio, di più bello, magari o semplicemente qualcosa che fa stare un po' meno male di prima. Infila le cuffie, chiude gli occhi. Ascolta in silenzio, scacciando la sensazione di solitudine che si fa largo come un tarlo nella testa. Non importa la strada intrapresa, non importa quanto lontani e distanti, prima o poi si rivedranno ancora e dovrà essere al meglio per quel giorno. Nel frattempo però può sorridere del fatto che la sua ombra ancora aleggia.




When we were young
We were the ones
The kings and queens
Oh yeah we ruled the world
We smoked cigarettes
Man no regrets
Wish I could relive
Every single word

We've taken different paths and traveled different roads
I know we'll always end up on the same one when we're old
And when you're in the trenches and you're under fire I will cover you

If I was dying on my knees
You would be the one to rescue me
And if you were drowned at sea
I'd give you my lungs so you could breathe

I've got you brother
I've got you brother
I've got you brother
I've got you brother

Oh brother, we go deeper than the ink
Beneath the skin of our tattoos
Though we don't share the same blood
You're my brother and I love you, that's the truth

We're living different lives, heaven only knows
If we'll make it back with all our fingers and our toes
5 years, 20 years come back, we'll always be the same

If I was dying on my knees
You would be the one to rescue me
And if you were drowned at sea
I'd give you my lungs so you could breathe

I've got you brother
I've got you brother

And if we hit on troubled water
I'll be the one to keep you warm and safe
And we'll be carrying each other
Until we say goodbye on our dying day

Because I've got you brother
I've got you brother
I've got you brother
I've got you brother

If I was dying on my knees
You would be the one to rescue me
And if you were drowned at sea
I'd give you my lungs so you could breathe

Oh oh oh, oh oh, oh oh
Oh oh oh oh oh, oh oh, oh oh
Oh oh oh, oh oh, oh oh
Oh oh oh oh oh, oh oh, oh oh

I've got you brother
I've got you brother

martedì, maggio 8

Broken people

E’ solo quando varca la soglia di casa, di ritorno da Old Town, che la consapevolezza si fa strada tra le vertebre, pungendo fredda come una lama. La via che dalle zone del centro città portavano a casa le sapeva a menadito, ma da quando la Thorne ha deciso che il Pocket doveva diventare la sua vetrina per la città al di fuori delle lustre strade della City non riconosce più nulla. Giusto qualche vicolo, qualche insegna. Il portone è rimasto lo stesso ma le cose attorno sono cambiate. Fortunatamente casa sua è più verso il Fiume, non vede il parco, il palazzone pieno di uffici papabili, l’aria che si respira è ancora quella stantia di un tempo. Butta le chiavi sul mobiletto, nella ciotola con gli spicci, i foglietti dei take away cinesi, thai, fusion, italiani, vecchie spillette e bossoli di pistola. C’è silenzio, di quelli immobili, spezzati solo dal chiacchiericcio che sale dalla strada sotto casa, ragazzini non diversi da com’era lei alla loro età, raccolti a dividersi una birra, fumare una sigaretta, farsi una canna. Si affaccia al vetro umido, la pioggia ha trascinato le temperature verso il basso ma non abbastanza da dare fastidio ed impedire agli ormoni galoppanti di manifestarsi nei vicoli appiccicosi.

La prima cosa che fa è recuperare i cellulari, quello proprio per avvisare Aaron di essere a casa e ringraziarlo, quello usa e getta per informare altri che è andata e tornata, apparentemente senza conseguenze. Si lascia andare sul divano, la finestra socchiusa, la penombra a disegnare contorni lunghi a causa di un lampione che proietta la luce fredda dentro la finestra. Il vecchio orologio a muro di Nan ticchetta lento, il tempo sembra dilatarsi accompagnato dal gorgogliare di due dita di whisky che riempiono un tumbler sufficientemente capiente. Piano piano cerca di ripetersi mentalmente quello che ha raccontato alla Force, ricordarsi dove potrebbe aver inciampato, esitato troppo, se può esserle scappato qualcosa di troppo. Cerca di ricordarlo per scrivere un messaggio all’avvocato, condividere quello che ha detto cercando di tenere a mente i consigli: essere disponibile e discostarsi dall’uso della violenza. Quello è stato semplice. Accompagna il bicchiere alle labbra e non può fare a meno di sentire la voce di Gordon incrinarsi. Che non abbia accettato la sua mano non l’ha toccata troppo ma la rabbia che lo ha mosso all’ultimo, dietro la facciata di compostezza fredda e cortesia imposta l’ha fatta vergognare. Lei non era a China Town, ma non può fare a meno di chiedersi cosa avrebbe provato lei al posto dell’Agente Incaricato a vedere un amico morire senza poter fare nulla. Stringe le labbra, scacciando dalla testa l’idea che avrebbe potuto assistere a qualcosa di simile accadere a Clem o a Victor, a Galen anche per quanto il medico pessimista resti comunque un ricordo distante prepotentemente entrato a testa bassa nella sua vita negli ultimi giorni. Quella è stata la sua esitazione, affermare di non conoscerlo, o di non ricordare di averlo incontrato probabilmente non è sembrato abbastanza convincente. L’usa e getta che vibra la fa scivolare stesa sul divano, lo schermo a cristalli proietta la luce verdastra diretta nelle pupille. Il messaggio lo prende per uno scherzo, ci spera con tutta sè stessa che sia uno scherzo, motivo per cui la risposta è altrettanto scherzosa. 

Solleva lo sguardo, la tenda che si muove genera ombre che la fanno sussultare. Non ha dimenticato le parole iniziali dell’agente Mercier, di come il suo nome sia già apparso altre volte nelle indagini della SCF. Non è mai stata eccessivamente prudente, fino a che si tratta di lei, il rischio valeva la candela ma ora? Ora che fin troppe persone sono entrate nella sua vita? Ora che non è più sola come crede ma c’è gente che si danna se rischia stupidamente, gente che si espone per proteggerla deve rivedere necessariamente il modo in cui affronta la quotidianità. Prestare più attenzione, tenere un profilo basso. Se già la visita all’Ambulatorio da parte della SCF non fosse bastata a metterle addosso una certa pressione, il rendersi conto della facilità con cui qualcuno abituato a raccogliere voci di strada possa arrivare alla Clinica con la scusa di una cura l’ha messa sul chi vive. Non solo Niall, di cui non ha smesso di fidarsi nonostante sia stata messa al corrente del suo segreto, non solo Aaron che ha coinvolto in buona fede e che si ritrova con le mani legate e il biasimo stampato nella retina, ma chissà quanti altri. 

- E’ solo questione di tempo.

Beve un sorso più lungo, riflettendo sul come ha impiegato le proprie energie fino a questo momento. Gli scambi di sms anonimi tra telefoni non registrati continuano a distoglierla, di tanto in tanto, da quello che martella il cervello. Si ritrova a fissare lo schermo interdetta, colta in fallo da una battuta che la vede effettivamente scoprire una necessità che non credeva di avere. Scola il bicchiere e se ne versa un secondo senza esitazioni, sospirando. Le dita incastrate tra le ciocche che hanno perso di ordine e compostezza, il bel vestito indossato per sembrare una persona per bene scivola leggero sulle gambe snelle, piene di segni e cicatrici che non lasciano troppo all’immaginazione, passate e presenti. Il dorso della mano premuto a schermare gli occhi scuri, resi lucidi dalla vampata di calore che non ha il retrogusto del whisky ma è imbarazzo, puro e semplice. Sa che non può chiedergli di vedersi, per quanto vorrebbe, è pericoloso e la sensazione di non aver chiuso la partita è ancora prepotente in petto. Non che lei abbia fatto nulla personalmente, ma nel momento in cui proteggi consapevolmente qualcuno, diventi automaticamente colpevole. E’ così che funziona, e il senso di nausea le conferma di sentirsi esattamente così, colpevole, buona fede o meno. Tira su col naso, richiamando la risposta a video quando arriva per sentirsi chiudere la gola istantaneamente. Se da una parte sa che non ha nulla da pretendere, da chiedere, dall’altra c’è una parte di lei che vorrebbe implorare di mandare tutto affanculo, di non andare, di restare con lei pur sapendo di avere il tempo contato, e di non poterci fare niente. L’aveva messa in guardia. L’aveva avvertita, eppure da un lato sembra essere l’unica cosa naturale, non rifuggire l’inevitabile, abbracciarlo e farlo proprio fino a che è possibile perchè tanto la vita finisce per tutti e ad avere paura non si campa più. 

Però non smette di avere paura. La sente arrampicarsi lungo la schiena come un brivido freddo. Paura di non essere abbastanza, di non riuscire a fare la cosa giusta e anzi, di essere causa di qualcosa che va storto, come la sera della manifestazione. Avrebbe dovuto levare la pistola a Clem, avrebbe dovuto impedirle di farsi picchiare, e forse non sarebbe successo tutto quel casino. A guardarsi indietro avrebbe potuto fare tante cose meglio, scegliere strade differenti, risparmiare a sè stessa e ad altri, soprattutto, una serie di sfortunate coincidenze. L’alcol non aiuta a pensarla meglio. A pensare che se solo potesse tornare indietro... ma non può, non ha alcun potere, umana come ha deciso anche il tanto odiato tampone. Umana senza sconti. Umana fragile che si è fatta lanciare dalla cima di un palazzo da Irina Voronin senza riuscire a lasciarle niente più che un graffio. Che ha deciso di nascondere la faccia dietro una maschera per cercare di fare qualcosa di più, perchè ormai di preservare la vita delle persone non basta. Non a questo mondo. E poi è finita irrimediabilmente a schiantare il muso contro un uomo cheè tutto tranne che ideale, di cui sente un bisogno viscerale che non riesce ad esternare in maniera normale, finendo per insultare e ringhiare invece di... comportarsi normalmente. Si rigira sul divano, sapendo di non avere alcuna chance di dormire perchè i pensieri infestano la mente e non le danno respiro. Non cell’ha con nessuno di loro, non con Niall, non con Aaron, non con Clem o con Galen, o con Gordon, o la SCF, o i Patriots o Victor. Ma non può fare a meno di avercela con sè stessa per il continuo sperare e credere che ci sia un modo per cambiare le persone, le cose, gli eventi, il corso della storia. Ce l’ha con sè stessa quando si preoccupa per loro che si ficcano testa bassa nei guai convinti di poterne cavare qualcosa, convinti che sia l’unica strada. E quando le dicono che torneranno lei non può fare altro che aspettare e sperare, come un bravo cane che scodinzola dietro la porta senza avere coscienza del tempo che passa. Sarebbe più facile se così fosse, se non avesse idea o consapevolezza della merda in cui navigano. Era mille volte più semplice tenere tutti lontani, alzare i muri e cenare in compagnia dei fantasmi del passato. Niente batticuori, niente pianti ansiosi. Solo quella mestizia docile a cui bene o male tutti si lasciano andare, a cui ci si abitua in fretta e da cui non si esce più, come l’ipotermia. 

Si alza di scatto, incapace di stare stesa ancora, senza possibilità di vedere il sonno ma con la voglia di barricarsi dietro qualcosa che non manifesti la sua assoluta inferiorità e ogni sua debolezza. Prende le chiavi, si butta addosso la tuta gettando il vestito nella cesta dei panni sporchi e via, fino al pub sotto il Walt Whitman, una tappa, una birra o due, una partita a biliardo e poi di nuovo via, non con la sua macchina ma in compagnia di un amico che se ne torna nella North. E poi da lì un altro passaggio, per assicurarsi di non avere nessuno alle calcagna, scivolare nelle fogne, trovare la via giusta e chiudersi al sicuro in un guscio dove nessuno ha accesso tranne lui. I riflessi verdi e arancio le accendono lo sguardo. Indossa la suit ed esce, perchè dietro la faccia di Neit tutte le preoccupazioni vanno a farsi fottere. 




[Rag'N'Bone Man:]
We're broken people now
We're burning out
So cold and bleeding now now now
Gonna let you down
We're broken people now
We're broken people now

[Logic:]
Tell me that I won't ever be nothin', ain't that somthin'?
I've risen from the bottom
I got 'em eyes on the prize and inside 'em
Damn right I overcame, y'all know the name
We similar but never been the same
Everybody, yeah they know the name
Right now, we'll make it some how
We'll make it some way
Yeah you know we gon' get it today like
I'm all on my own now
I won't ever let you down
Won't let you down down down

Yes I've been through it
They know I do it for the people
I'm fighting so we be equal
For my son and my sequel
And anybody who listenin'
In they system like venom
I get in 'em and spread visciously
This is me

[Rag'N'Bone Man:]
We're broken people now
We're burning out
So cold and bleeding now now now
Gonna let you down
We're broken people now

[Logic:]
We back at it
Young Logic, the rap addict
Giving it every part of myself on the real you would think that I'd be asthmatic
Allergic to your bullshit, yeah that's right I done had it
Real all the time, if you rep it get it tatted right now
This right here a vibe right now
I am too alive right now
I'm alive right now
Come on feel the vibe right now
Feel the vibe
Feel the vibe
Feel the... feel the... feel, feel the... feel the vibe

Yes I've been through it
They know I do it for the people
I'm fighting so we be equal
For my son and my sequel
And anybody who listenin'
In they system like venom
I get in 'em and spread visciously
This is me

[Rag'N'Bone Man:]
We're broken people now
We're burning out
So cold and bleeding now now now
Gonna let you down

Broken we ain't beaten
There's no glory in defeat
We won't fall into the cracks between our streets
We're broken people now
We're broken people now

We're broken people now
We're burning out
So cold and bleeding now now now
Gonna let you down
We're broken people now