giovedì, febbraio 22

Numero sconosciuto

21.02.2027
Ha promesso che avrebbe dormito dopo il goccetto condiviso con Darius ma proprio non ce la fa. Fissa il bicchiere, oscillando quel poco che resta di liquore ambrato, movimenti ipnotici del polso, pieni, morbidi. Sospira ripassando nella testa ogni fotogramma delle dita dell'uomo mentre le ricuce il buco nel braccio, ripassa e sottolinea gli errori che segna su di un blocchetto "per la prossima volta". Stenta a tenere la testa dritta ma una parte di lei è lucida da far schifo e vorrebbe davvero farla smettere di rimuginare ma nè gli antidolorifici, troppo blandi, nè l'alcol aiutano. Per questo dormire non è un'opzione valida, si conosce abbastanza bene da sapere che se abbassasse la guardia lascerebbe loro campo libero. 
Un brivido la fa sobbalzare sulla sedia. Sgrana gli occhi e si guarda attorno, per un solo istante le è parso di sentire tutte le grida della sera prima. Gli uomini agonizzanti oltre qualsiasi possibilità di soccorso, le urla della Patriot bionda nella nebbia viola, la voce metallica della ragazza col buco nella spalla e i poteri, quella canzone sussurrata tra le grida di dolore e paura. Si alza di scatto, buttandosi la giacca addosso nonostante i punti inizino a tirare e dare fastidio, prende le chiavi del pickup, infila il revolver nei jeans e si incammina fuori dalla clinica, litigando con lo zippo e le sigarette. Marcia accanto l'auto e si allontana a piedi, sapendo che con tutto quello che ha assunto per dominare sè stessa, finirebbe con molta probabilità contro un palo o peggio. 
Cammina e per un attimo solo la sfiora la voglia di passare dal Ruin, andare a trovare Routh ma poi ricorda che lei non c'è più e che dovrà campare con l'ennesimo debito non saldato. Allora riprende a camminare fino a che la stanchezza non diventa nausea e il dolore qualcosa di persistente, un sottofondo in cui naviga il cervello. Cammina fino a che il corpo non entra in modalità automatica  avanzando per inerzia e la mente semplicemente si spegne. E' in quel momento che trova la forza di cantare. Da ragazzina non faceva altro ma ha gradualmente smesso perchè di esternare quello che sente ha imparato a farne a meno, o a cercare di nascondere quanto più possibile la debolezza dietro una determinazione fastidiosamente feroce. Lungo le strade parallele alla Ghost Road lascia che una delle sue canzoni preferite le scivoli tra le labbra, la voce roca, priva di enfasi almeno sulle prime note.

We are proud individuals living on the city
But the flames couldn’t go much higher


Ha sempre camminato un sacco per scaricare il nervosismo, la frustrazione, la rabbia. Può sopportare un proiettile nel braccio, i punti a crudo, ma non riesce a sopportare di restare impotente, di non poter fare, che le venga impedito di agire. Da qualche parte in lei c'è qualcuno che le ricorda che non può salvarli tutti e di certo ieri sera non avrebbe potuto fare nulla per quegli uomini, le loro grida, l'orrore. Ma non si accontenta. Non riesce semplicemente ad accettare di non avere la forza di fare di più.

Oh, that’s life
Left dripping down the walls
Of a dream that cannot breathe
In this harsh reality


La realtà è uno schiaffo costante, un muro che prende a testate costantemente. Come il venire a patti con lo stare tra l'incudine e il martello, consapevole che presto o tardi diventerà un ostacolo per qualcuno e dovrà guardarsi le spalle anche da quelli con cui, fino ad ora, ha mantenuto i patti chiari. Si guarda attorno, lo sguardo docile inquadra i segni, la strada la conosce e la segue, testa bassa, impattando la spalla sana con la gente, evitando per un soffio di puro istinto quelli che rischiano di schiantarsi con quella ferita. Sale le scale a due a due, allungando la mano sulla vernice scrostata, toccando le bolle, i graffi prima di far impattare le nocche. Tira su col naso, vacillando sulle gambe incerte e quando le viene aperto perde l'equilibrio con la sicurezza e la fiducia di chi sa che se anche arriva a baciare il pavimento non farà mai male come quello che ha provato assistendo impotente alla morte di persone, stronzi, senza dubbio, ma pur sempre persone.

From which we’ll rise over love
Over hate
From this iron sky
That’s fast becoming our minds
Over fear and into freedom
You just got to hold on!

Le gira la testa, il braccio fa male ma non fa una piega, ha imparato a gestire il dolore, ignorarlo e passare oltre, come ha fatto la sera prima. Non si pente di aver scansato Flare dalla traiettoria del proiettile, prendendoselo al suo posto, non le ha dato fastidio venire richiamata, sgridata per l'ennesimo colpo di testa, così come non si è risentita di come le abbiano ricordato che sia "Solo un medico", infatti è quello che è, orgogliosa di esserlo, dannatamente fiera. 

To those who can hear me, I say, do not despair

The misery that is now upon us is but the passing of greed
The bitterness of men who fear the way of human progress
The hate of men will pass, and dictators die
And the power they took from the people will return to the people
And so long as men die, liberty will never perish
Don't give yourselves to these unnatural men
Machine men with machine minds and machine hearts!
You are not machines, you are not cattle, you are men!
You, the people, have the power to make this life free and beautiful
To make this life a wonderful adventure

Le braccia di Ryan l'accolgono al volo, abituato a farle da cavalier servente. Vede le sue labbra muoversi, legge la preoccupazione nei suoi occhi ma la verità è che ha solo bisogno di dormire e ha paura di farlo. Lui non ci pensa due volte a tirarsela in braccio, chiudere la porta con un calcio e portarla a stendere sul letto. E' conciliante, è soffice, il profumo familiare, di qualcuno di cui fidarsi senza sconti, senza timore, una lealtà fedele come quella dei cani, reciproca come può essere in un branco, per quanto ormai siano solo rimasti in due, solitari e sparpagliati rispetto a quelli che erano un tempo. Lo trattiene, le dita impigliate contro la felpa degli Eagles. Lotta contro di lui per non farlo andare, nonostante paia solo volersi premurare di prenderle qualcosa, lei insiste, le dita si fanno d'acciaio, se lo tira addosso cedendo terreno all'unico modo che ha di tenerselo vicino, ora, lì. Schianta la bocca contro la sua, lo assapora avida, bisognosa fino a che tutto si scioglie e diventa fluido, lontano come la musica che sfuma.

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Quando il cellulare le suona si rotola nel letto, impigliata tra le lenzuola. Numero sconosciuto.

Ciao carissima. Tu non mi conosci ma io conosco a te, sono Phantom Quartz. Senza perderci troppo in chiacchiere, c'è un vigilante ferito nella discarica di Philadelphia. Ha un polmone perforato... immagino non sarà un problema per te recuperarlo e dargli una riassestata.
- Shit!

Le chiavi sul tavolo, l'angelo le ha parcheggiato il pick up sotto casa sua, il biglietto appeso alla porta perchè qualcuno dei due deve avere turni e orari normali. Quando arriva alla discarica di gente ce n'è tanta da recuperare, il polmone perforato è un problema. La strada da lì a Groundwaters è un battito di ciglia.

And we’ll rise over love
And over hate
Through this iron sky
That’s fast becoming our minds
Over fear
And into freedom
Into freedom!