lunedì, gennaio 1

L'alba di un nuovo giorno

Qualche ora prima del 01.01.2027

A buttarla giù dal divano, anche rovinosamente, è la bussata vigorosa che le rimbomba dentro casa, quieta, silente come dovrebbe essere. Gattona, incastrata tra la copertina, cercando di liberarsi e mettere a fuoco. Sul pianerottolo si sentono risate, echi di voci familiari che la fanno rantolare stancamente, implorando in cuor suo la madonna di farla svanire nel nulla, per ancora qualche ora.

L'idea di fingersi morta, imitando un opossum, le carezza la mente ma poi si ritrova già in piedi con la mano sulla maniglia e una parte di sè che grida all'allarme. Non fa in tempo ad aprire che casa è invasa, amici e parenti a riversarsi nel piccolo appartamento, accendere ogni luce possibile e immaginabile, trascinarla in camera - questo solo un paio di amiche - e cambiarla. Non sa nemmeno come diavolo sia possibile che in meno di mezz'ora sia in strada, vestita di tutto punto, trascinata praticamente per il collo a fare il giro dei Pub Irlandesi dal Pocket fino al Withman e ritorno. 

Il 'Golden Mile' è qualcosa che pensava potesse esistere solo nei film come The World's End, e da qualche parte in lei sa di aver abbandonato l'età della stupidità, e con essa le serate di pub crawling ma a quanto pare quest'anno hanno deciso - senza interpellarla - che si torna indietro ad adolescenti idioti. I primi due li sostiene anche abbastanza bene. Dal terzo inizia a rallentare i ritmi, consapevole di non aver mangiato gran che una volta rientra in casa dal turno di notte in ospedale. Al tentativo di appuntare che è una persona seria - LEI - il boato che le esplode attorno inneggia a pagare pegno per la codardia. A testa china non può far altro che buttare giù un mix di scotch e tabasco vomitevole, ma capace di rivitalizzare per un po' la lucidità illogica della serata.

Qualcosa la mette sicuramente sotto i denti, così come riesce anche ad identificare chiaramente un paio di passaggi in cui è dovuta intervenire per cercare di evitare che qualcuno finisse per crollare malamente. In tasca ha il telefono di qualcun'altro, ma non importa perchè tanto le chiamate sono tutte a numeri fissi, famiglie che conosce da una vita, fratelli non di sangue ma di elezione, d'origine. 

L'alba del nuovo anno l'osserva dalle sponde del Delaware, ed ha il sapore di qualcosa di radicato e familiare, capace di scaldarle il cuore più di quanto l'alcol le abbia scaldato le vene. Poi c'è un evidente vuoto. Le scintille colorate di fuochi d'artificio, strette, abbracci e baci calorosi, ma poi il vuoto vero. Almeno fino a che non percepisce nettamente di venire sollevata di peso. Quando riesce a scollare gli occhi, inquadra il profilo torbido e anniebbiato:

- Mark?

La voce non sembra nemmeno la sua. Ha cantato troppo, pagato troppi pegni perchè le corde vocali non siano strinate. Sforza la vista e piano piano i contorni sfumati del fratello vengono annullati da un viso altrettanto familiare e un sorriso gentile.

- Mikey

C'era quasi, qualche lettera in comune ma un mondo di distanza. L'uomo annuisce, e senza dire una parola, prelevata dal bancone del suo pub, l'accompagna a coricarsi su di una brandina di fortuna nel retro del locale. Non è nuova a quel genere di risveglio, tanto che ha la propria coperta in quel posto, un regalo che le fece la nonna e anche ancora tiene botta.

- Thanks
- Happy New Year kiddow

La mano ruvida ma calda le carezza i capelli, aiutandola a ritrovare il respiro pesante. L'ultimo sguardo è su di un uomo che si appoggia stancamente alla parete, che incrocia le braccia dai tatuaggi cancellati sul petto e osserva in silenzio, per un po' il riflesso metallico di un secchio appoggiato vicino a lei per qualsiasi evenienza: sia mai abbia smesso di reggere.